Nobili
assenze
progetto
fotografico e sua realizzazione
Fabrizia Vallo
Nobili Assenze. Fabrizia Vallo |
Premessa
Questa
storia nasce dentro di me costruita in un' infanzia un po' selvatica
per boschi, strade e il fiume che mi è scorso accanto e dentro.
Si
snoda nei racconti di mia madre che le storie le sapeva raccontare.
Così il suo passato si è mischiato al mio allargando ed integrando
immagini in un tempo dai confini elastici e poi Fratel Silvano che ha
chiarito con la Storia le lacune che la mia fantasia aveva riempito.
Infine
un libro che mi è giunto da lontano e che il fato ha posto nelle mie
mani.
Ricordi
sparsi di mia madre e Fratel Silvano
Le
contessine nei giorni d'estate si aggiravano nel parco nei loro
vestitini candidi. Che gioia rubare l'immagine di una vita lontana
dalle toppe, troppe volte ricucite e dalla pelle scottata dal sole.
La loro pelle era candida, sembravano fatte di latte di Luna.
Leggere, pulite ed eleganti. Era come tuffare la testa in un libro
che narra di luoghi incantati alla fine del mondo mentre questo era
lì, alla fine della via, oltre il muro di cinta così ben congegnato
per allontanare ma che nel tempo aveva concesso numerose brecce da
cui si poteva spiare, col fiato sospeso, lo svolgersi di ore
“diverse” scandite da piccoli piaceri: le merende, i giochi ed il
tempo per goderseli.
Una
sera di tempesta il conte rientrava in villa nella sua luccicante
carrozza; l'Adige era al colmo e la corrente impazzita, fu un
secondo, una distrazione, la carrozza che sbanda.. e di lui non
rimase che un cilindro ritrovato il giorno seguente sulla riva.
Vedi
quei tre platani, quelli giganti su cui i ragazzi incidono le loro
iniziali: sono posti così a ricordar un punto, quello in cui fu
sepolto un conte.
Bene,
meglio non andarci la sera.
Arrivò
poi la grande guerra: i tedeschi che invadendo la villa le rubarono
anima e poesia ed infine la gente, piena di rabbia e di fame, che la
invase rubando ogni piccola traccia di passato, non c'era una sola
famiglia nei dintorni che non possedesse anche solo un oggetto
strappato a quel luogo tenendolo come trofeo o rivendendolo per un
po' di cibo.
Il
mio ricordo
Le
mie estati da bambina: un bosco grande e carico di misteri, mi piace
perdermi tra i vialetti che si snodano tra enormi alberi su cui è
facile arrampicarsi per cogliere prospettive nuove; è buono l'odore
del muschio e dei cespugli di bosso la sera. Quando arriva la notte
devo correre a casa ma è così bella a quel punto la danza delle
lucciole! Resto ancora un po'
Oggi
Questi
luoghi rimangono ora a rimarcare un' assenza ma, se si resta con gli
occhi aperti e la mente sgombra, capita ancora nelle sere d'estate di
vedere una contessina di “latte di Luna” aggirarsi per il parco e
giocare..
Fonti
Le
notizie ufficiali si trovano in wikipedia alla voce Villa Buri in
Verona.
Il
libro che ho “trovato”narra la
storia del conte Danese Buri che nell'anno 1816 fece trasportare via
fiume da Parigi alberi pregiati per piantarli a formare un giardino
all'inglese nella sua proprietà sita nei sobborghi di San Michele a
Verona. Il libro è stato stampato nel 1817. Si tratta di un
dizionario botanico con traduzioni dal dialetto veronese al latino e
italiano.
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