Pino
Castagna
Nota
biografica da archivio dell’artista a
cura di Lavinia Tonetti, 2015
Pino
Castagna nasce a Castelgomberto (Vicenza) nel 1932. Completati gli
studi accademici a Verona e a Venezia, acquisisce nel corso degli
anni molteplici competenze sulla cultura e la lavorazione dei
materiali: la ceramica, il vetro, le fibre tessili per arazzi e
tappeti, il marmo, il legno, il bronzo, l’alluminio, la ghisa, il
cemento, l’acciaio, rinnovando nel tempo e inventando lui stesso
metodologie progettuali consone al suo naturale “far grande”,
come chiaramente si intuisce visitando lo studio-laboratorio di
Costermano, dove Castagna lavora dal 1969. A questa conoscenza
tecnica si accorda una libertà creativa che riesce a forzare i
limiti estremi di resistenza dei materiali, fino ad ottenere i
risultati voluti. Un esempio di tale processo artistico sono i
Canneti,
esposti anche a Tokyo nel 1977 presso la storica Galleria Wako, gli
interventi sui grandi tronchi di Iroko del 1976 o i Muri
in acciaio cor-ten e cemento, realizzati nel 1980, ma concepiti nel
1961, quando fu eretto il muro di Berlino.
Le
più importanti mostre
personali
dell’artista hanno trovato la loro sede ideale “en plein air”
nei centri storici di Monaco (1971), Imola e Verona (1975), Lucca
(1976), Rimini (1978), Salisburgo (1979), Bardolino (1982),
Montignoso (1991), Bolzano (1992), Pergine Valsugana (2001).
Dal
confronto con gli spazi urbani è nata nel 1979 la serie delle
Piazze,
originali scenografie di ispirazione metafisica, che svelano una
tensione progettuale pienamente consapevole, avvalorata, all’inizio
del 1980 dalla realizzazione del Muro,
cardine imprescindibile del percorso artistico di Castagna. Negli
stessi anni lo scultore realizza Memoria
della Giudecca
(1980-1981), le altissime bricole (13 metri) in legno di Iroko,
acquistate dal comune di Francoforte e collocate nel quartiere
ristrutturato di Griesheim, in riva al fiume Meno. È un momento di
fervida attività creativa e sono frequenti le occasioni di esporre a
importanti rassegne collettive. Nel 1981 l’artista partecipa alla
Triennale Internazionale Scultura
Marmo Lavoro
di Carrara e alla mostra Il
materiale delle arti allestita
al Castello Sforzesco di Milano, dove propone una nuova versione del
Canneto
in porcellana.
Sarà
tuttavia il 1985, con la retrospettiva al Palazzo delle Albere di
Trento e la mostra antologica nelle sale di Palazzo Te a Mantova,
l’anno in cui si riconosce a Castagna un ruolo di primo piano nel
contesto artistico internazionale, successo confermato dalla
partecipazione alle più significative rassegne d’arte: la XLII
Biennale di Venezia
nel 1986, con il memorabile allestimento delle Vele
in ghisa (1981) sulla riva del bacino di San Marco (attualmente al
MART di Rovereto), la Biennale
Européenne Sculpture de Normandie
a Jouy-sur-Eure (1984 e 1986), la Biennale
Internazionale del bronzetto e Piccola Scultura
di Padova (1986-1987 e 1995), la mostra Forme
per il cemento
del 1988 allestita a Roma, presso l’Istituto Nazionale di Studi
Romani e il Parco di S. Alessio, la Biennale
Internazionale di scultura
a Carrara nel 1996 e nel 1998, la mostra itinerante Scultura
Lingua viva
al Museo Ermitage di San Pietroburgo e al Palazzo Ducale di Massa nel
1998, la Decima
Biennale d’Arte Sacra
a San Gabriele (2002), la mostra Κέραμος
ceramica nell’arte italiana 1910-2002,
presentata nel 2002 a Roma, al Museo del Corso, la rassegna di
Scultura
Internazionale
presso il Giardino e il Parco del Castello di Agliè e la prima
rassegna della scultura mediterranea Il
Campo dei miracoli
nel Parco del Magliano a Marina di Massa, entrambe del 2005.
L’autentica
aspirazione architettonica e ambientale della scultura di Castagna si
rivela da oltre un ventennio in una serie di interventi in scala
urbana ed extraurbana, che trovano interesse non solo in Italia, ma
anche all’estero. Tra questi ricordiamo Alpinia-Cascade
de Beynost
(2005), un’opera in acciaio cor-ten e cemento di forte impatto
visivo nel paesaggio autostradale francese, collocata in prossimità
di Lione alla stazione di Saint-Maurice de Beynost; Omaggio
a Consolini
in acciaio inox e vetro per gli Impianti sportivi di Costermano
(1994); il Canneto
in porcellana per l’università di Braunschweig in Germania (1997);
Monadi,
una scultura in cemento e acciaio cor-ten destinata al Parco Scultura
di Villa Glori a Roma (1997); il Canneto
in vetro a Palazzo Montecitorio (2001); il Cespo
veneziano,
una scultura in vetro di Murano e acciaio che sorge al centro della
Rotonda Maria Rosa Molas a Castellòn de La Plana in Spagna (2002);
il Canneto
in porcellana greifficata nella prestigiosa Palazzina del Cavaliere,
all’interno del Giardino di Boboli di Palazzo Pitti (2008); lo
Spino
del filo spinato
in bronzo (cm 613 x 690 x 573) in Piazza Isolo a Verona (2009),
destinato a ricordare le vittime della deportazione nel corso
dell’ultimo conflitto bellico; “…
in pietra alpestra e dura”
il muro in marmo bianco Carrara (cm 570 x 1800 x 900) collocato a
Marina di Massa in Piazza Bud-Kissingen (2009); la Fiamma
in
bronzo
statuario patinato, monumento all’Arma dei Carabinieri di Peschiera
del Garda, nell’area Riviera Carducci a Peschiera del Garda (2009);
Gerico
in
acciaio
cor-ten e cemento (cm 670 x 2300 x 700) a Le Bourget du Lac
(Francia), Savoie Technolac (2010); Arcadia
Veneta
in bronzo patinato e marmo (altezza cm 215, diametro circa cm 200)
realizzata per il Trentennale del Premio Masi e collocata presso la
Masi Agricola a Gargagnago di Valpolicella (2011); La
siepe
in acciaio inox che ridisegna lo spazio davanti al Teatro Ristori a
Verona (2012); Canyon
in acciaio cor-ten e cemento, posta al Museo Internazionale di
Scultura Contemporanea di Santo Tirso in Portogallo (2013).
La
sensibilità e il carattere dell’opera di Castagna hanno raggiunto
risultati coraggiosi e di grande impatto visivo anche in numerosi
spazi sacri: la chiesa all’aperto nel sagrato antistante la
parrocchiale di Zermeghedo (1994); le vetrate per la Basilica di S.
Maria Assunta in Calvenzano a Vizzolo Predabissi (1997); la vetrata
La
Visitazione
in vetro fusione per la Parrocchia di San Giorgio Martire a
Fontanafredda (2009) e la più recente riprogettazione degli arredi
sacri (altare, cattedra vescovile, ambone, …) dell’area
presbiteriale del Duomo-Cattedrale di Vicenza (2009).
Un
nucleo consistente di sculture si trova attualmente alla Fondazione
Cini di Venezia, a Deauville nel Musèe de plein air Domaine de
l’Amiraute, al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, al
Museo Diocesano di Vicenza e alla Fondazione Cariverona di Verona. Al
Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze sono conservate alcune
opere di oreficeria, nella sezione dedicata al Gioiello
Contemporaneo. Una parte importante della produzione grafica
dell’artista è conservata, invece, a Vienna alla Collezione
Grafica Albertina e a Firenze presso il Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi, altre opere sono presso collezionisti privati.
Recenti riconoscimenti
Verona
1997, Premio Internazionale “Guido Zangrando”
Roma
1999, Premio Internazionale di Scultura “Costantino Nivola”
Pescia
2000, Premio Biennale di Scultura “Libero Andreotti”
Vicenza
2006, Primo Premio Concorso di idee per progettazione elementi
funzionali al rito per il Duomo
San
Giorgio di Valpolicella 2006, Premio Masi per La Civiltà Veneta
Verona
2009, Premio “Mastro d’Arte della Pietra”
Marina
di Carrara 2010, Menzione speciale “Marble Architectural Awards
2010”
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