domenica 11 settembre 2016

Massimo Balestrini


Osservando bene un' opera di Massimo Balestrini si potrà notare che sotto l'immagine principale che compone il suo lavoro esistono ulteriori immagini, messaggi verbali che rimandano al mondo del cinema, dei videogiochi, della street art e della pittura classica e moderna.
L'artista lavora sull’assemblaggio delle immagini, rubate, raccolte o richieste anche a fotografi importanti (nelle ultime opere, della serie "Lie to me", abbiamo quelle di Damiano Dargenio), sulle quali procede con elaborazioni che lo conducono in luoghi immaginifici, così virtuali da diventare reali nella loro complessità di particolari. I dettagli si moltiplicano come in una immagine frattale, ricorsiva, senza limiti. 


Massimo Balestrini_Remeber 100x150

Il critico Valerio Dehò ha definito le opere di Balestrini come "Superimmagini". A distanza di anni potrete scoprire ancora immagini nascoste nei suoi dipinti. Immagini dalla dimensione microscopica o macroscopica. Immagini in negativo, riflesse, mimetizzate nella trama, in una texture, visibili solo come pattern autogenerati dalla nostra mente in maniera spesso subliminale. 




Massimo Balestrini_Not lies just love 120x180

Osservare un' opera di Balestrini è un lavoro di ricerca ed esplorazione. Se inizialmente si può essere attratti dalle figure e dai colori luminosi e accesi, la fase successiva diventa invece quella di esplorazione dell’opera, di ricerca, di analisi e di pensiero. L’osservatore viene accompagnato in modo inconscio nei percorsi dei propri ricordi, delle proprie esperienze visuali e oniriche legate ai rimandi che le migliaia di immagini racchiuse nell’opera provocano alla nostra percezione. Il corpo femminile è spesso protagonista delle sue opere. Pin up, cover girl, sono segni di una sessualità esplosiva ed incontrollata. Figure imponenti ed esplicite, perfettamente riuscite e sensuali, sono ricoperte e immerse in una pluralità di segni che disintegrano ogni riferimento stereotipato alle troppe icone sessuali che riempiono le copertine dei magazine. 





Massimo Balestrini

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