mercoledì 21 ottobre 2015

In galleria

"Serata di Gala "100x150 di Marika Santoni. Sculture della serie Cocoon di F.S.Feichter.



"Serata di Gala" di Marika Santoni. Sculture della serie Cocoon di F.S.Feichter

venerdì 9 ottobre 2015

F.S.Feichter scultore

Severin di F.S.Feichter
Friederich Sebastian Feichter
Homosolaris e Cocoon

Queste opere appaiono incredibilmente leggere e compatte. Da una parte vogliono fluttuare con il loro corpo privo di gravità, dall'altra toccare con i loro sottili arti la natura. Stiamo parlando delle straordinarie, per non dire fantastiche sculture “Homo Solaris” dello scultore Friederich Sebastian Feichter.
Sulla scena dell'arte contemporanea queste opere hanno già una certa risonanza e sono ammirate in numerosi luoghi. In mezzo alle montagne, sul Passo Valparola nelle Dolomiti, come in gallerie e fiere d'arte, sia in territorio nazionale che estero. Gli “uomini solari” di Feichter, queste maestose sculture di legno di tiglio, dipinte con colori acrilici o ricoperte di piastrine di ferro argentate, riescono ad impressionare. Raccontano di altre forme di vita, di armonico unisono. Corpi astrali di legno, metallo o materiale sintetico. Sono sculture visionarie.

Samir di F.S. Feichter
Il volume corporeo di questi Homo Solaris, maggior parte con una forma organica a capsula e gonfiati o falciformi e sodi, anche a forma di scudo concavo interamente arcuato, vuole sottrarsi ala legge della gravità. Solo le eleganti gambe a forma di proboscide mantengono il contatto con la terra. Risultando graziose e sinuose persino fragili in contrasto con la massa del corpo.
Attraverso la sua arte Feichter vuole trasmettere il linguaggio della forme, il modo di esprimersi della natura percettibile e concepibile, che ritiene essere un essenziale metodo di comunicazione. Noi, gli osservatori, dobbiamo solo guardare, riconoscere ed entusiasmarci di questa forma perfetta. Nella loro eterna magnificenza, colmi di luce, di spiritualità, forse anche al di là della nostra capacità di immaginare. Le sculture arboree di Feichter a Frangarto di Sopra, soprattutto i suoi “Occhi e Bozzoli viventi”, esprimono questo concetto rendendolo percepibile in altro modo. Si tratta della libera percezione curiosa del mondo esterno e la celata evidenza di una forma interiore.
Cipolla di F. S. Feichter
La perfetta tecnica del modellato lavoro di Feichter ci sorprende. Non solo come allo scultore riesca nelle sue opere a far si che la forza di gravità sembri esclusa. Come cultori dell'arte, stando di fronte alle opere di Feichter, si può pensare di rimirare il romanzo “Solaris” di Stanislav Lem, il grande filosofo polacco ed autore science-fiction. Nella sua arte, incappiamo, alla ricerca dello straordinario, su un pianeta, che segue le proprie leggi fisiche, metodiche e contenutistiche.
Il nostro sguardo deve adattarsi ad una nuova intensità. Deve focalizzare la perfezione ed orizzonti spirituali.
Friederich Sebastian Feichter, “intagliatore del legno” di una volta, il ragazzo selvaggio della Valle Aurina che da bambino pascolava mucche. In quelle estati, nella sua solitudine, si è rese complici le meraviglie della natura. Sognava energie ed esseri emananti luce, liberi da ogni legame col terreno. Visioni artistiche di una nuova esistenza? Sguardi in un possibile futuro sul campo dell'arte moderna? Senza dubbio: Fa parte di coloro che hanno avuto il coraggio di sognare.
                                                   Dr. Melanie Klier


Friederich Sebastian Feichter è nato nel 1962 a Lutago, ha frequentato la scuola di intaglio di S.Giacomo, e studiato scultura alla “Hoheren Technischen Lehranstalt” a Graz. Vive e lavora Lutago.

giovedì 1 ottobre 2015

Friederich Sebastian Feichter.


Homosolaris di F.S.Feichter



La Galleria Lazisee_Art Open Space nel mese di ottobre presenta la scultura di Friederich Sebastian Feichter.
L'artista vive a lavora a Lutago in Valle Aurina, Alto Adige.
Si è formato alla scuola di S.Giacomo in Valle Aurina e alla"Höheren Technischen Lehranstalt" a Graz ,in Austria.
Numerose esposizioni dal 1996 in Italia e all'estero.
Tra le sue opere più conosciute gli “Homo Solaris” ,una visione futura dell'essere umano.
Sia la serie di sculture "Homo Solaris"che quelle appartenenti alla serie “Cocoon” raffigurano degli esseri fantastici e lunari che rimandano al mondo della fantascienza.
Gli “Homo Solaris” si aggrappano alla terra con i loro sinuosi arti sottili , eleganti e lunghe gambe che risultano in netto contrasto con i volumi della massa corporea delle sculture, quasi a voler sfuggire alla legge di gravità.
Creature del tutto nuove ,come cadute sulla terra da un lontano pianeta ,si pongono senza problemi nel nostro mondo occupandone lo spazio in maniera assolutamente naturale.
In contrasto, per così dire, al nostro mondo frenetico e digitalizzato in cui ormai in gran parte sono le macchine a segnare il passo, l’Homo Solaris invece è un essere che sprigiona armonia e serenità.

L’artista funge per così dire da ambasciatore di nuove forme di vita.


Cocoon di F.S.Feichter

domenica 20 settembre 2015

giovedì 10 settembre 2015

Pietro Vilas

Chi c'è?
Pietro Vilas

Francesca Veneri

Meandri
Francesca Veneri. Meandri

Città, paesi, volti, monumenti...
Impressioni che restano dentro e formano una storia personale.
Sensazioni volatili, fuggevoli, inconsistenti, fragili e solide allo stesso tempo.

Tracciate direttamente a pennello su tela libera.
Francesca Veneri

Fabrizia Vallo





Nobili assenze

progetto fotografico e sua realizzazione Fabrizia Vallo




Nobili Assenze. Fabrizia Vallo



Premessa
Questa storia nasce dentro di me costruita in un' infanzia un po' selvatica per boschi, strade e il fiume che mi è scorso accanto e dentro.
Si snoda nei racconti di mia madre che le storie le sapeva raccontare. Così il suo passato si è mischiato al mio allargando ed integrando immagini in un tempo dai confini elastici e poi Fratel Silvano che ha chiarito con la Storia le lacune che la mia fantasia aveva riempito.
Infine un libro che mi è giunto da lontano e che il fato ha posto nelle mie mani.

Ricordi sparsi di mia madre e Fratel Silvano
Le contessine nei giorni d'estate si aggiravano nel parco nei loro vestitini candidi. Che gioia rubare l'immagine di una vita lontana dalle toppe, troppe volte ricucite e dalla pelle scottata dal sole. La loro pelle era candida, sembravano fatte di latte di Luna. Leggere, pulite ed eleganti. Era come tuffare la testa in un libro che narra di luoghi incantati alla fine del mondo mentre questo era lì, alla fine della via, oltre il muro di cinta così ben congegnato per allontanare ma che nel tempo aveva concesso numerose brecce da cui si poteva spiare, col fiato sospeso, lo svolgersi di ore “diverse” scandite da piccoli piaceri: le merende, i giochi ed il tempo per goderseli.

Una sera di tempesta il conte rientrava in villa nella sua luccicante carrozza; l'Adige era al colmo e la corrente impazzita, fu un secondo, una distrazione, la carrozza che sbanda.. e di lui non rimase che un cilindro ritrovato il giorno seguente sulla riva.


Vedi quei tre platani, quelli giganti su cui i ragazzi incidono le loro iniziali: sono posti così a ricordar un punto, quello in cui fu sepolto un conte.
Bene, meglio non andarci la sera.

Arrivò poi la grande guerra: i tedeschi che invadendo la villa le rubarono anima e poesia ed infine la gente, piena di rabbia e di fame, che la invase rubando ogni piccola traccia di passato, non c'era una sola famiglia nei dintorni che non possedesse anche solo un oggetto strappato a quel luogo tenendolo come trofeo o rivendendolo per un po' di cibo.

Il mio ricordo
Le mie estati da bambina: un bosco grande e carico di misteri, mi piace perdermi tra i vialetti che si snodano tra enormi alberi su cui è facile arrampicarsi per cogliere prospettive nuove; è buono l'odore del muschio e dei cespugli di bosso la sera. Quando arriva la notte devo correre a casa ma è così bella a quel punto la danza delle lucciole! Resto ancora un po'

Oggi
Questi luoghi rimangono ora a rimarcare un' assenza ma, se si resta con gli occhi aperti e la mente sgombra, capita ancora nelle sere d'estate di vedere una contessina di “latte di Luna” aggirarsi per il parco e giocare..

Fonti
Le notizie ufficiali si trovano in wikipedia alla voce Villa Buri in Verona.
Il libro che ho “trovato”narra la storia del conte Danese Buri che nell'anno 1816 fece trasportare via fiume da Parigi alberi pregiati per piantarli a formare un giardino all'inglese nella sua proprietà sita nei sobborghi di San Michele a Verona. Il libro è stato stampato nel 1817. Si tratta di un dizionario botanico con traduzioni dal dialetto veronese al latino e italiano.


mercoledì 9 settembre 2015

Matteo Santoni



Luce a Palazzo. Matteo Santoni


 Luce a Palazzo  
[forma senza sostanza]Stampa Lambda 50x33 









Essicatoio Tabacchi. Matteo Santoni




Essiccatoio Tabacchi
[sostanza senza forma]Stampa Lambda 50x33
Manifattura tabacchi in disuso a Bonavicina (VR).








Senza Titolo. Matteo Santoni





Senza titolo
da: La colazione dei cannibali
Stampa fotografica 28 x 21  
Si potrebbe affermare che questo libro sia privo di ritratto umano.
Ma non è vero.
La Valpolicella è un prodotto dell’uomo. Un luogo-suolo-terreno altamente produttivo, plasmato e sfruttato da oltre 2000 anni;  che si tratti di vini, o  di marmi, o di complessi residenziali, più o meno pregiati.
Ovviamente gente “ingrata” come me potrebbe speculare a lungo su concetti quali negrarizzazione*,  consumo del territorio, o magari sugli 11 milioni di immobili sfitti in Europa contro i 4 milioni di europei senza casa.
Ma non è questo che mi sono scoperto a ritrarre, infine.
Col tempo hanno iniziato ad emergere queste composizioni, quadri che l’uomo ha creato, più o meno coscientemente, come una sorta di dipinto archeologico e antropologico.
*Neologismo: urbanizzazione speculativa, e al di fuori di ogni controllo, del territorio compreso nel comune di Negrar, in provincia di Verona. (Enciclopedia Treccani)



Derive. Trittico. Matteo Santoni









Derive.Trittico. Matteo Santoni



Derive
Trittico di Polaroid 53x26
Tre polaroid scattate a Lazise in tre giorni diversi alla stessa ora. 
Il momento in cui la luce del sole cancella i confini dell’acqua mi ha sempre ricordato le atmosfere dei romanzi di James G. Ballard.

Derive.Trittico.Matteo Santoni

Maria Teresa Padovani

The Big Family

Non vuole essere una mascherina per difendersi ma per arrendersi. Arrendersi alla precarietà, all'imperfezione, al corpo.

Per riconoscersi, consci che un grugnito collettivo può far tremare la terra.





The big family. Maria Teresa Padovani





Questo lavoro è nato con l' epidemia dell'influenza suina.
In quel periodo era pericoloso frequentare luoghi affollati.
Le persone che solitamente ogni giorno ci passavano accanto come ombre,
improvvisamente erano diventate minacciose,potevano trasmettere un virus mortale.
Bisognava difendersi,ignorandole,per cui anonime maschere erano comparse sul volto di ciascuno.
Queste che io ho costruito le ho pensate per interrompere il flusso dell'indifferenza,farsi animale,
grugnire per riportarci ad un livello di individualità.
Questo era il paradosso:"imbestialirsi"per poter tornare singolarità umane capaci di un urlo collettivo che manifestasse dissenso.


The big family. Maria Teresa Padovani

Andrea Ciresola

Composizione per ombrello e scopa. Andrea Ciresola





Composizione per ombra e scopa blu. Andrea Ciresola

martedì 8 settembre 2015

Metageografie . Tiziano Bellomi

Metageografie

testo di Tommaso Decarli

Tiziano Bellomi Documento n° 220



Al di là di un’osservazione puramente oggettiva e percettiva del paesaggio e, più in generale, dello spazio, esiste una geografia che si pone in un territorio “altro”, in cui entrano in gioco impressioni soggettive, che concorrono in maniera incisiva, seppur non esclusiva, alla costruzione di un diverso concetto di paesaggio stesso, che ne modella le forme e ne condiziona l’interpretazione ultima.
È il caso delle “metageografie” di Tiziano Bellomi che, come suggerisce la parola, si pongono in una sfera che va oltre la geografia “tradizionale”, indagando i campi dell’effimero e del tempo sospeso. L’artista non si limita a rilevare un semplice dato fisico, ma, partendo da fredde coordinate geografiche, compie un sopraluogo, osserva, registra, preleva campioni come farebbe un qualsiasi uomo di scienze, al fine non di produrre una statistica, ma una visione paesistica estetizzata. Egli non lavora direttamente con e sul paesaggio, nel senso che, pur confrontandosi con esso, intervenendo e modificandolo, è lungi dal voler proporre un brano di buona “pittura”. Il suo obiettivo è quello di creare una dimensione spaziale poetica, ricostruendo a posteriori, sulla base dei dati raccolti, un pezzo di realtà trasfigurata. Il suo è un procedimento di lavoro che può essere definito, non a torto, euristico, in quanto si affida all'intuito e allo stato temporaneo delle circostanze, al fine di generare nuova conoscenza. La zolla d’erba, la pietra, l’oggetto trovato, il frammento prelevato acquisiscono un carattere metafisico, prescindono dalla loro fisicità, in quanto sottratti dal loro normale contesto e collocati in uno spazio asettico, fisso, che permette loro di acquisire una valenza immaginifica; diventano relitti, scarti del mondo vero che, nell’artificio dell’arte, si arricchiscono di significati reconditi, misteriosi e surreali.
In questo senso, il mezzo fotografico non viene impiegato per realizzare un documento oggettivo. La foto non si limita a riprodurre il vero, il luogo prefisso per l’azione artistica, essa viene manipolata, virata, graffiata. Lo scatto può essere contemporaneo o appartenere ad un passato che non è inteso solo come condizione temporale, ma, anche, come stato dell’animo, fuga da una contemporaneità asfissiante, recupero di una manualità, di una pratica atavica che bisogna, ad ogni costo, salvaguardare e perpetrare.

Le “registrazioni” di Bellomi si configurano come veri e propri tentativi di persistenza di memoria, testimonianze che vanno conservate, tramandate, affinché mai venga a perdersi quel gusto per la ricerca e per la meraviglia che è proprio dell’arte.



Tiziano Bellomi Documento n°214

Tiziano Bellomi

Tiziano Bellomi

Tiziano Bellomi
                                             “Documento di registrazione n°214”
Digital photography, digital print, collage on canvas, foliage, geographical coordinates, 21 x 30 cm, 2015.

Tiziano Bellomi
                                               “Documento di registrazione n°216”
Digital photography, digital print, collage on canvas, cotton sheet with embroidery, 21 x 30 cm, 2015.


Tiziano Bellomi 
“Documento di registrazione n°218”
Digital photography, digital printing, collage on canvas, terracotta, geographical coordinates, 21 x 30 cm, 2015.



Tiziano Bellomi

“Documento di registrazione n°219”
Digital photography, digital print, collage on canvas, relic, cloth of satin, geographical coordinates, 21 x 30 cm, 2015.



Tiziano Bellomi

                                             “Documento di registrazione n°220”

Digital photography, digital print, collage on canvas, electric switch, geographical coordinates, 21 x 30 cm, 2015.


Lazisee_Art Open Space_


Sabato 05 settembre in Galleria


giovedì 20 agosto 2015

Orario Galleria

Dal 24 agosto la galleria sarà aperta nei seguenti orari.
Dal martedì alla domenica 10.30-13.00  17.00-21.00
Chiuso il lunedì

--
Lazisee_ Art Open Space_
Piazza Partenio 7
37017 Lazise (VR)

info@lazisee.com    +39 329 6576479

sabato 15 agosto 2015

mercoledì 12 agosto 2015

Opere scelte. Made in Italy!!!

Marciare per non marcire



Marika Santoni : “Marciare per non marcire”

Marciare, non marcire!” è un motto coniato da Mussolini.
L'opera riproduce il profilo di Mussolini seguito da delle oche che rappresentano il popolo italiano.

E' una chiara denuncia contro ogni forma di dittatura la cui caratteristica è la negazione di libertà di stampa e di espressione.

Opere scelte. Made in Italy!!!


L'assenza







Pietro Vilas "L'assenza"
L'Italia e un paese ricco d'arte e di monumenti ,questa scultura denuncia la trascuratezza che è rivolta spesso ai monumenti storici nel nostro paese e purtroppo anche per i luoghi deputati alla socialità'..da qui..l'assenza ....








Opere Scelte. Made in Italy!!!

Ithalia amore mio equilibrio instabile


Anna Grazia Perlini “Ithalia amore mio equilibrio instabile”

Nata da un'idea del 2002. La forma definitiva è stata raggiunta nel 2011, in occasione del 150° del' Unità d'Italia. Rappresenta 21 tazze da caffè in bilico una sull'altra, appoggiate sull'acqua. Il caffè, si sa, è una delle cose per cui siamo famosi,e quasi tutte le regioni d'Italia sono lambite dall'acqua. Ne consegue una visione che vuole essere soprattutto ironica.






Giuliano Guarnieri

copia unica 1/1 Praga stampa ai sali di ferro (Van Dyke Brown Print) 


Giuliano Guarnieri
Fotografo specializzato nel bianco e nero, si dedica anche a sviluppo e stampa, curando tutto nei minimi dettagli. Partecipa regolarmente al Festival della Fotografia
Europea. 

"La fotografia non e' un mezzo, uno strumento, e' per lui un modo di vivere, pericoloso quanto l'alcool o la droga al punto tale da averne modificato il suo essere.  Si dedica appassionatamente, non solo alla tecnica di ripresa, ma anche all'aspetto di sviluppo e stampa "fine art" del bianco e nero, curando tutto nei minimi dettagli. Negli anni l'ho visto esplorare diversi generi fotografici che spaziano dalla fotografia naturalistica, al ritratto ambientato, l'architettura e la fotografia di scena. Principalmente usa il medio (6x6) ed il grande formato (10x12). Se vi capitasse di incontrarlo, lo riconoscereste subito, mai solo, accompagnato dalle sue inseparabili Rollei o sotto la 'gonna' del suo banco ottico".

Paola Lubrano Lavadera