martedì 30 giugno 2015

Pino Castagna

Pino Castagna
Nota biografica da archivio dell’artista a cura di Lavinia Tonetti, 2015

Pino Castagna nasce a Castelgomberto (Vicenza) nel 1932. Completati gli studi accademici a Verona e a Venezia, acquisisce nel corso degli anni molteplici competenze sulla cultura e la lavorazione dei materiali: la ceramica, il vetro, le fibre tessili per arazzi e tappeti, il marmo, il legno, il bronzo, l’alluminio, la ghisa, il cemento, l’acciaio, rinnovando nel tempo e inventando lui stesso metodologie progettuali consone al suo naturale “far grande”, come chiaramente si intuisce visitando lo studio-laboratorio di Costermano, dove Castagna lavora dal 1969. A questa conoscenza tecnica si accorda una libertà creativa che riesce a forzare i limiti estremi di resistenza dei materiali, fino ad ottenere i risultati voluti. Un esempio di tale processo artistico sono i Canneti, esposti anche a Tokyo nel 1977 presso la storica Galleria Wako, gli interventi sui grandi tronchi di Iroko del 1976 o i Muri in acciaio cor-ten e cemento, realizzati nel 1980, ma concepiti nel 1961, quando fu eretto il muro di Berlino.
Le più importanti mostre personali dell’artista hanno trovato la loro sede ideale “en plein air” nei centri storici di Monaco (1971), Imola e Verona (1975), Lucca (1976), Rimini (1978), Salisburgo (1979), Bardolino (1982), Montignoso (1991), Bolzano (1992), Pergine Valsugana (2001).
Dal confronto con gli spazi urbani è nata nel 1979 la serie delle Piazze, originali scenografie di ispirazione metafisica, che svelano una tensione progettuale pienamente consapevole, avvalorata, all’inizio del 1980 dalla realizzazione del Muro, cardine imprescindibile del percorso artistico di Castagna. Negli stessi anni lo scultore realizza Memoria della Giudecca (1980-1981), le altissime bricole (13 metri) in legno di Iroko, acquistate dal comune di Francoforte e collocate nel quartiere ristrutturato di Griesheim, in riva al fiume Meno. È un momento di fervida attività creativa e sono frequenti le occasioni di esporre a importanti rassegne collettive. Nel 1981 l’artista partecipa alla Triennale Internazionale Scultura Marmo Lavoro di Carrara e alla mostra Il materiale delle arti allestita al Castello Sforzesco di Milano, dove propone una nuova versione del Canneto in porcellana.
Sarà tuttavia il 1985, con la retrospettiva al Palazzo delle Albere di Trento e la mostra antologica nelle sale di Palazzo Te a Mantova, l’anno in cui si riconosce a Castagna un ruolo di primo piano nel contesto artistico internazionale, successo confermato dalla partecipazione alle più significative rassegne d’arte: la XLII Biennale di Venezia nel 1986, con il memorabile allestimento delle Vele in ghisa (1981) sulla riva del bacino di San Marco (attualmente al MART di Rovereto), la Biennale Européenne Sculpture de Normandie a Jouy-sur-Eure (1984 e 1986), la Biennale Internazionale del bronzetto e Piccola Scultura di Padova (1986-1987 e 1995), la mostra Forme per il cemento del 1988 allestita a Roma, presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani e il Parco di S. Alessio, la Biennale Internazionale di scultura a Carrara nel 1996 e nel 1998, la mostra itinerante Scultura Lingua viva al Museo Ermitage di San Pietroburgo e al Palazzo Ducale di Massa nel 1998, la Decima Biennale d’Arte Sacra a San Gabriele (2002), la mostra Κέραμος ceramica nell’arte italiana 1910-2002, presentata nel 2002 a Roma, al Museo del Corso, la rassegna di Scultura Internazionale presso il Giardino e il Parco del Castello di Agliè e la prima rassegna della scultura mediterranea Il Campo dei miracoli nel Parco del Magliano a Marina di Massa, entrambe del 2005.
L’autentica aspirazione architettonica e ambientale della scultura di Castagna si rivela da oltre un ventennio in una serie di interventi in scala urbana ed extraurbana, che trovano interesse non solo in Italia, ma anche all’estero. Tra questi ricordiamo Alpinia-Cascade de Beynost (2005), un’opera in acciaio cor-ten e cemento di forte impatto visivo nel paesaggio autostradale francese, collocata in prossimità di Lione alla stazione di Saint-Maurice de Beynost; Omaggio a Consolini in acciaio inox e vetro per gli Impianti sportivi di Costermano (1994); il Canneto in porcellana per l’università di Braunschweig in Germania (1997); Monadi, una scultura in cemento e acciaio cor-ten destinata al Parco Scultura di Villa Glori a Roma (1997); il Canneto in vetro a Palazzo Montecitorio (2001); il Cespo veneziano, una scultura in vetro di Murano e acciaio che sorge al centro della Rotonda Maria Rosa Molas a Castellòn de La Plana in Spagna (2002); il Canneto in porcellana greifficata nella prestigiosa Palazzina del Cavaliere, all’interno del Giardino di Boboli di Palazzo Pitti (2008); lo Spino del filo spinato in bronzo (cm 613 x 690 x 573) in Piazza Isolo a Verona (2009), destinato a ricordare le vittime della deportazione nel corso dell’ultimo conflitto bellico; “… in pietra alpestra e dura” il muro in marmo bianco Carrara (cm 570 x 1800 x 900) collocato a Marina di Massa in Piazza Bud-Kissingen (2009); la Fiamma in bronzo statuario patinato, monumento all’Arma dei Carabinieri di Peschiera del Garda, nell’area Riviera Carducci a Peschiera del Garda (2009); Gerico in acciaio cor-ten e cemento (cm 670 x 2300 x 700) a Le Bourget du Lac (Francia), Savoie Technolac (2010); Arcadia Veneta in bronzo patinato e marmo (altezza cm 215, diametro circa cm 200) realizzata per il Trentennale del Premio Masi e collocata presso la Masi Agricola a Gargagnago di Valpolicella (2011); La siepe in acciaio inox che ridisegna lo spazio davanti al Teatro Ristori a Verona (2012); Canyon in acciaio cor-ten e cemento, posta al Museo Internazionale di Scultura Contemporanea di Santo Tirso in Portogallo (2013).
La sensibilità e il carattere dell’opera di Castagna hanno raggiunto risultati coraggiosi e di grande impatto visivo anche in numerosi spazi sacri: la chiesa all’aperto nel sagrato antistante la parrocchiale di Zermeghedo (1994); le vetrate per la Basilica di S. Maria Assunta in Calvenzano a Vizzolo Predabissi (1997); la vetrata La Visitazione in vetro fusione per la Parrocchia di San Giorgio Martire a Fontanafredda (2009) e la più recente riprogettazione degli arredi sacri (altare, cattedra vescovile, ambone, …) dell’area presbiteriale del Duomo-Cattedrale di Vicenza (2009).
Un nucleo consistente di sculture si trova attualmente alla Fondazione Cini di Venezia, a Deauville nel Musèe de plein air Domaine de l’Amiraute, al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, al Museo Diocesano di Vicenza e alla Fondazione Cariverona di Verona. Al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze sono conservate alcune opere di oreficeria, nella sezione dedicata al Gioiello Contemporaneo. Una parte importante della produzione grafica dell’artista è conservata, invece, a Vienna alla Collezione Grafica Albertina e a Firenze presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, altre opere sono presso collezionisti privati.

Recenti riconoscimenti

Verona 1997, Premio Internazionale “Guido Zangrando”
Roma 1999, Premio Internazionale di Scultura “Costantino Nivola”
Pescia 2000, Premio Biennale di Scultura “Libero Andreotti”
Vicenza 2006, Primo Premio Concorso di idee per progettazione elementi funzionali al rito per il Duomo
San Giorgio di Valpolicella 2006, Premio Masi per La Civiltà Veneta
Verona 2009, Premio “Mastro d’Arte della Pietra”

Marina di Carrara 2010, Menzione speciale “Marble Architectural Awards 2010”

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